Si entra come in fornaci in quelle gole senz'ombra, dove l'aria infuocata fa salire il termometro a 55 gradi(450).
Dal giorno alla notte, le variazioni sono considerevolissime in causa dell'irradiamento. Mentre il termometro esposto direttamente ai raggi del sole raggiunge nel giorno 56 gradi centigradi, nelle notti più calde ne segna solo una ventina: la differenza nelle ventiquattro ore è da 30 a 36 gradi. Ne risulta quindi una notevole condensazione del vapore acqueo, abbondanti acquazzoni sul litorale e frequenti nebbie, sebbene alcuni stranieri, non usi ad alzarsi per tempo la mattina, possano abitare parecchio tempo l'Algeria, senza accorgersi del ritorno quasi quotidiano di codeste nebbie notturne. Esse generalmente si stendono in spessi strati verso le due sino a quattro ore del mattino, ma all'apparire del sole, si spezzano, si accumulano in nubi attorno ai promontori e si disperdono per l'aria intiepidita(451). Più abbondanti che non farebbero credere certe descrizioni, vi sono pure le pioggie portate da tutti i venti, anche da quelli del sud e dell'est: ma quantunque la corrente più umida sia quella che spira da occidente, non apporta però la maggior quantità d'acqua, perchè cangia parallelamente alla costa all'incontro delle prime cime. I più violenti acquazzoni provengono dal vento di nord-ovest, continuazione del maestrale di Provenza che viene a perdere la sua forza contro le montagne della costa. Giungono pure da nord e da nord-ovest le più temute tempeste, ed al vento che spira dalle Baleari fu dato il nome di «falegname maiorchino» in causa delle tavole spezzate onde semina il mare.
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