Un qualche contrasto per le stesse forme animali esiste fra l'Algeria ed il litorale mediterraneo d'Europa. Le specie congeneri differiscono di grandezza, essendo quelle dell'Algeria più piccole in causa della forzata sobrietà. Ma se la natura è ivi avara di cibo, è altrettanto prodiga di bella veste, giacchè i più smaglianti colori si riflettono persino nel pelo degli animali, tranne dove questi, per una specie di mimetismo, hanno il colore triste del deserto, per confondersi con lo spazio grigiastro da cui sono circondati. Diversamente da quanto parrebbe, i mammiferi e gli uccelli dell'Algeria sono nel tempo della riproduzione e della muta più lenti che i loro congeneri d'Europa, in causa delle pioggie della primavera che tornerebbero dannose ai neonati e agli animali privi l'inverno di fitto pelo(473).
      Poi che la fauna dell'Algeria e quella d'Europa furono divise dal mare, l'una e l'altra rimasero modificate più per la scomparsa di specie antiche che per la formazione di varietà nuove. L'Europa, che fu in gran parte popolata e dissodata un maggior numero di secoli fa, è quella pure fra le due metà dell'area mediterranea che ha perduto più specie della sua fauna primitiva; ma la Mauritania ha visto pur essa, anche ne' tempi storici, diminuire le sue tribù animali. È certo che l'elefante viveva duemila anni fa nelle foreste della Numidia, dove i cacciatori gli davano la caccia per condurlo a Roma a combattere nel circo. Non si sa a quale varietà appartenesse codesto pachidermo, ma è probabile fosse della stessa razza di quelli di Spagna e di Malta, le cui ossa si trovano ancora nelle caverne(474). Sugli scogli di el-Khenga, fra Guelma e Ued-Zenati, codesti elefanti sono rappresentati in grossolani bassorilievi, quali animali informi che venivano presi per struzzi(475). L'orso non si incontra più in Algeria come sulle montagne di Europa, dove potè trovare un asilo contro i cacciatori delle pianure.