Però numerose leggende e tradizioni di origine recente provano che codesto animale esisteva ancora al tempo della conquista nei gruppi boscosi dove ha origine la Seybuse, giacchè Shaw e Peyssonnel ne parlano come di una bestia contemporanea nelle selve dell'Algeria; Orazio Vernet ha visto la pelle fresca d'un orso(476); recentemente si citavano cacciatori che l'avrebbero inseguito(477). Il cervo, che non si sa con certezza se appartenga alla fauna antica mauritana, tende fortemente a scomparire, anzi i cacciatori non lo trovano più che sulla strada deserta che separa il paese dei Cumiri da quello dei Beni-Salah e da altre tribù dell'Algeria. Di bertuccie non c'è in Algeria che una sola specie, il macaco, pithecus innuus, che in Europa si trova soltanto sullo scoglio di Gibilterra. Sul territorio africano, questo quadrumane fugge sempre e vive lontano dalle abitazioni, nascondendosi negli anfratti del suolo od anche vicino alle nevi. Ve ne ha ancora colonie sulle montagne della Grande Cabilia e nelle gole fra pareti scoscese, ma in molti burroni e scogli chiamati «valloni» e «monti delle Scimmie» i viaggiatori si sforzano invano di vedere i macachi, di cui i loro predecessori descrissero gli scambietti! I Cabili del Giurgiura non uccidono le scimmie, – che, secondo la tradizione, sono sorelle dei Guechtula, cioè delle tribù aborigene come i Cabili, – ma quando le prendono, adattan loro una giacca rossa ed un sonaglio al collo e le rilasciano: le altre, atterrite alla vista dei loro compagni travestiti, non osano più girare vicino i villaggi(478). I grandi nemici delle scimmie sono in Algeria le aquile e le pantere.