Ma di tutti i compagni del viaggiatore algerino maggiormente prediletti sono i cavalli, i quali assai più che altrove sono ammirabili per ubbidienza, grazia, foga e dolcezza, sobrietà, resistenza alla fatica ed ai cambiamenti di temperatura.
La zoologia, come pure la botanica, indica chiaramente le affinità del sud dell'Algeria con l'Oriente. Le gazzelle che talora s'incontrano sugli altipiani appartengono alle stesse specie che le gazzelle dell'Arabia; la lepre d'Egitto, lepus isabellinus, è la stessa del Sahara; la meha, l'antilope addax della Nubia, fu ritrovata nelle dune algerine. Vi si vede pure l'uach o bufalo, la «vacca della Barberia», che ha gli occhi ai lati e quasi di dietro della sua lunga testa: il fennec, canis zerda, che si reca a fiutare le capanne delle oasi nell'ued Righ, non differisce punto da quelli della Nubia e dei pendii abissini. Comuni all'Egitto e al Sahara dell'Algeria sono la vipera cornuta o cerasta e parecchie specie di rettili(485). L'enorme lucertola uaran, chiamata pure il monitore d'Egitto, si vede frequentemente nel Sahara e fino ai passaggi che salgono verso gli altipiani: se ne trovano alcune lunghe un metro somiglianti a piccoli coccodrilli, temute assai dagli indigeni in causa del potere magico loro attribuito, giacchè si crede che la donna percossa dalla coda divenga sterile e l'uomo impotente: quindi grandi precauzioni in coloro che vogliono pigliarle. Si racconta che l'uaran poppi le capre o le pecore tenendone avvinghiate le gambe colla coda in modo che non se ne possano liberare.
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