Eguale è il sistema di sepoltura, qualunque siano gli oggetti posti a lato al morto, grossolane stoviglie ed istrumenti di selce, o anelli e braccialetti d'argento, di rame, di bronzo o di ferro. Si raccolse, per vero dire, un piccolo numero di crani, ma quelli che furono misurati e classificati bastano a dimostrare che a questo periodo preistorico, avanti l'arrivo dei Romani, dei Vandali, dei Bizantini e degli Arabi, c'erano fra quelli che si confondono sempre col nome di aborigeni, due tipi ben distinti dalla forma del cranio e si pretende anche dall'origine. Gli uni e gli altri erano dolicocefali, ma gli uomini del tipo di statura grande avevano il colmo della testa rivolto indietro, invece che trovarsi esattamente sopra il condotto auditivo, come nelle altre razze. Così pure il maggior diametro di larghezza misurante l'indice cefalico del cranio era rivolto verso la parte inferiore della testa; gli zigomi assai sporgenti, come pure le apofisi del naso e le estremità frontali. La stessa conformazione del cranio si trova ora nella maggior parte dei Biskri e dei nomadi che circondano le oasi e che spesso ne ridussero in servaggio gli abitanti. Fu pure osservato che codesta gente ha la capigliatura che sorge in guisa da formare un punto in mezzo della fronte. Essa differisce pure dai vicini nella struttura dello scheletro, giacchè, addossati ad un muro, non possono pendere le braccia alla parete senza che un vuoto non rimanga dietro l'omero. Questa speciale conformazione delle braccia spiega forse l'abitudine degli indigeni di tenere con le stesse piegate ad arco il bastone contro la nuca che in essi è la parte più liscia del cranio.
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