In tutte le tribù s'incontrano uomini dai capelli poco carichi, ed alcuni anche dagli occhi azzurri; dopo Shaw, tutti i viaggiatori parlano di Africani biondi, per averne visti essi stessi, o per averne udito parlare: da ultimo osservazioni precise rivelarono la loro distribuzione geografica. Numerosi sono nell'Aures, specie presso Khenciela e nel giebel Sceciar; nella provincia di Costantina si possono in complesso ritenere alla decima parte della popolazione. I Denhagia, che vivono in un vallone tributario del Safsaf, a sud-est di Philippeville, pretendono discendere da proavi biondi, sebbene gli incrociamenti con i loro vicini abbiano alla maggior parte dato il colore carico agli occhi ed ai capelli. Si chiamano essi stessi Ulad el-Giuhala «Figli dei pagani», e non è molto innalzavano ancora sulle tombe dei loro morti suob o blocchi massicci, attorno a cui celebravano cerimonie religiose(496). Questo fatto conferma un po' l'ipotesi che attribuisce la costruzione dei megaliti algerini a popoli biondi venuti dal nord per la penisola iberica e lo stretto di Gibilterra. In questi biondi si congetturarono pure i discendenti di mercenari romani e specialmente di Galli, mandati dai Romani a difendere le frontiere del sud. Secondo alcuni autori, i Vandali ricacciati nell'anno 533 da Belisario nei monti Aures, non sarebbero interamente scomparsi e, stante l'altitudine delle valli, si sarebbero accomodati al clima africano, e ora codesti fratelli degli Scandinavi sarebbero compresi fra i Berberi dell'Algeria(497).
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