Dessi sono le «genti del Libro», ed è merito loro se i fanciulli Cabili compitano e recitano versetti del Corano. Non ostante la lor vita nomade, gli Arabi hanno più che i Berberi ritirati nelle montagne i vantaggi che risultano da una relativa coesione, giacchè, in fatto, essi abitano le pianure, sono costantemente in rapporto gli uni con gli altri per mezzo di «fratelli» di tutti gli ordini, e a loro profitto risulta l'influenza de' Mori civilizzati ne' mercati dell'interno e ne' porti del litorale. I Berberi, benchè più numerosi, non si stringono in un corpo nazionale per resistere agli Arabi che li circondano, anzi in tutte le parti dell'Algeria si notano tribù berbere «arabizzate», che hanno perduto l'uso del loro idioma primitivo e spesso persino le tradizioni di lor razza. Talora anche la trasformazione giunge, come già faceva osservare Ibn Khaldoun(507), sino al punto da far inventare false genealogie; a dozzine si contano le popolazioni cabile, che pretendono ad origine araba, mentre si cita solo uno o due gruppi, da prima arabi, che furono costretti da circostanze di isolamento a berberizzarsi. Anche le tribù che conservarono i loro diversi nomi, quali i Cabili del Giurgiura, gli Sciauia dell'Aures, alcuni gruppi del Dahra, i Berberi della frontiera marocchina, introdussero nel loro parlare un grandissimo numero di parole e di frasi arabe, e perdettero l'uso dell'antica scrittura tefinagh, di cui si vedono ancora iscrizioni in diverse parti dell'Algeria(508). L'istruzione viene impartita in arabo, che è a un tempo la lingua religiosa civile e letteraria, di cui i Berberi non arrivano mai a pronunciare correttamente tutti i suoni(509).