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      Grazie all'elevazione del suolo, alla salubrità del clima, alla naturale fecondità delle campagne, al converger ivi in ogni tempo le strade delle carovane fra il litorale del Mediterraneo, il deserto ed il golfo di Gabes, questo distretto del territorio algerino, ora quasi deserto, è uno di quelli che sembrano tra i più adatti ad essere colonizzato. In nessuna parte d'Africa, tranne forse nella Bizacene, i coloni romani convennero in maggior numero che quivi, tanto che le rovine che ora rimangono, sono appena inferiori a quelle della vicina Tunisia. Alcuni emigranti si dirigono ogni anno verso codeste alture, sebbene non sia passata ancora una generazione dacchè un europeo dette il primo colpo di piccone su quegli altipiani. Una ricognizione militare fu ivi fatta nell'anno 1842, ma l'occupazione definitiva non avvenne che verso la metà del secolo, e per lungo tempo i residenti francesi rimasero timidamente vicini ai forti.
      Occupano questa regione dell'altipiano tre tribù principali, suddivise in numerosi clan secondarii: a sud i Nemencia, al centro gli Ulad Sidi Yahia ben-Thaleb, a nord gli Hanencia, e gli uni e gli altri si spingono fin sul territorio tunisino. Sono Berberi, di origine sciauia e zenatiana, più o meno mescolata con Arabi dell'invasione illaliana dell'undecimo secolo. Vivono ancora con gli Hanencia alcuni Ebrei agricoltori, anzi, secondo un'opinione generalmente sparsa in Algeria, questa tribù seguiva la legge di Mosè. Per insultarli, i loro vicini, Arabi o Berberi, dan loro frequentemente il nome di Yahudi, come pure quello di Ben-Habech o «Figli di Abissini» e di Ben-Fellah o Ben-Fennah, «Figli di Fellata». In tal guisa si è mantenuto un vago ricordo della dispersione degli Ebrei, giacchè di lido in lido i Berberi d'Algeria appresero l'esistenza di un Felascia sugli altipiani etiopi(518). Il borgo di Kalaa es-Senam, che s'innalza sopra una spianata isolata dell'altipiano ad alcune centinaia di metri dalla pianura corrosa, è una fortezza degli Hanencia, la quale, sotto il dominio turco, era considerata come dipendente dal beilicato di Costantina.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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