Nel 1871 la tribù si ribellò, ma d'allora in poi regnò completa quiete, e la colonizzazione si svolge intorno le città che i Francesi hanno ricostrutte sulle aree delle città romane.
Tebessa, la principale di codeste città, si è ingrandita, non però così da poter essere paragonata alla potente a cui fu sostituita, a Teveste, di cui si vedono ancora i superbi monumenti. Tebessa è una tra le città d'Algeria, che pare serbata a grandi destini, come quella che è posta a 1,088 metri di altitudine alla base settentrionale del bastione che forma il giebel Dukkan, ed è perciò protetta dai venti disseccanti del deserto; abbonda di acqua, giacchè la sua principale fontana gliene fornisce 2,000 litri ogni minuto; possiede inoltre vaste foreste sui monti circostanti, cave di marmo e d'altri materiali di costruzione. Essa è già circondata di giardini e di verzieri irrigati dalle acque che più basso formano l'ued Guelat, tributario orientale del Melleg. Teveste non è che una delle antiche città africane: data solo dal tempo di Vespasiano, ma la sua felice posizione strategica e commerciale la rese rapidamente importante e abitata da più di 40,000 persone. Rovinata dai Vandali, poi occupata a mano a mano da Bisanzio, dagli Arabi e dai Berberi, essa ricevette parecchie volte abitanti di origine differente; prima dell'occupazione francese, essa serviva di mercato e di piazza di approvigionamento comune a tutte le tribù circostanti. Divenuta ora città araba e francese, si impone ancora con le rovine romane e bizantine, con la sua forte cinta fiancheggiata da tredici torri, con il bell'arco di trionfo «a quattro facciate», che è la più elegante costruzione di questo genere lasciataci dagli architetti romani, con le necropoli, l'acquedotto riparato dai Francesi, il tempio di Minerva, ridotto ora a chiesa dopo che servì di officina, di deposito e di prigione.
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