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      In alcuni luoghi esse sono in comunicazione col mare, e le onde, mugghiando, vi si slanciano con giri spumosi. Cavità dello stesso genere si vedono nel terreno interno, le quali sono dovute all'azione del mare.
      Una decina di chilometri ad est di La Calle, sulla frontiera tunisina, il villaggio d'Um et-Tebul, difeso da un edificio fortificato, occupa i gioghi inferiori d'una montagna rocciosa ricchissima di strati di piombo argentifero: ivi comincia la regione mineraria che continua in Tunisia nel paese dei Cumiri e dei Nefza. Nelle miniere d'Um et-Tebul, la «Madre delle Scorie», si scava attivamente: circa trecento operai, la maggior parte piemontesi, estraggono ogni anno da 2,500 a 3,000 tonnellate di minerale che per una stretta strada ferrata viene trasportato in riva alla Mesida, dove viene caricato su paranzelle. La mancanza d'un porto a La Calle ha obbligato i minatori di Um et-Tebul a costruirsi le navi a' piè della montagna «Rotonda», che è un cono d'una regolarità perfetta, il quale domina l'uscita del canale sboccato dalla Garaa el-Hut. Nelle antiche necropoli di La Calle, d'Um et-Tebul e della frontiera tunisina furono trovati i più gran dolmen ed il maggior numero d'iscrizioni bilingui, latine e berbere(523).
      A guardia della foce del bacino della Seybuse, uno dei principali dell'Africa settentrionale, sta la città di Bona, una delle quattro prime città dell'Algeria per popolazione, e una delle sei città storiche famose. Presso la sorgente del Scerf, che è il maggior affluente della Seybuse, sorge pure una città che domina codesto corso d'acqua, ma questa, che si chiama Ain Beida, la «Sorgente Bianca» o semplicemente Beida, è di fondazione recente, dacchè comincia solo dal 1848, e dalle rovine, megaliti od altro, che vi si trovano, non si potè arguire che essa occupi il posto di qualche città romana.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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