Il grazioso villaggio di Duvivier domina la riva destra della Seybuse, di fronte alla stazione dove si biforcano le due strade ferrate d'Algeri e di Tunisi. I villaggi europei si succedono numerosi nella valle inferiore della Seybuse, grazie alla facilità di comunicazione e alla fecondità del suolo. Barral, Mondovi, famoso per i suoi tabacchi, e Duzerville, occupano il versante occidentale; Ued Besbes, Merdes o Combes, Zerizer, Randon, Morris, Blandan spiegano i loro boschetti nel piano orientale; ad ovest si vede il borgo di Penthievre, nella vallata della Mebugia, che è tributaria della Seybuse. Case e poderi sono vieppiù numerosi a mano a mano che ci si avvicina a Bona: prima di entrare in città si traversa un sobborgo importante. Spiega il progresso della colonizzazione e del cambiamento di aspetto del paese il fatto che nel 1837, quando la Francia imprese la vittoriosa spedizione, non c'era su di uno spazio di 200 chilometri da Bona a Costantina, che la sola costruzione del marabutto di Sidi ibn-Temtam, presso l'ued Zenati. Gli altri edifizi, che si scorgevano distanti alcuni chilometri dalla strada, erano tombe del pari(526).
      Bona, che ha conservato il nome della romana Ippona, l'Ubba dei Cartaginesi, non si trova sull'area di quell'antica città. Hippo Regius, che ospitò per trentacinque anni il famoso Agostino e che fu rovesciata dai Vandali nel 431, un anno dopo la morte di lui, sorgeva a due chilometri dalla città presente, sopra una collina donde vede a' suoi piedi l'ammirabile scena della verde pianura, delle riviere sinuose che la percorrono, ricche d'alberi e di giardini, e del mare azzurro, dominato dal superbo cono di Edugh.