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      N. 66. – BONA.
     
     
      Come porto marittimo, Bona ha grandissimi vantaggi. La sua rada, bene riparata dai venti d'ovest e di nord-ovest dal capo di Garda, era conosciuta dai marinai del medio evo, e convenzioni speciali proteggevano, non ostante le piraterie che avvenivano dall'una e dall'altra parte, i marinari pisani, fiorentini, genovesi, catalani, marsigliesi, i quali in tempi diversi o contemporaneamente trafficarono con i Mori di Bona, la quale cadde due volte, nel 1152 e nel 1535, in potere de' Cristiani. Occupata nel 1830 dai Francesi, poi abbandonata e ripresa stabilmente nel 1832, Bona diventò una delle principali rade d'approdo delle squadre sulla costa algerina, ma non si attese alla costruzione di un porto che dopo la tempesta del 1835, la quale gettò a riva undici bastimenti. Il porto moderno, uno dei pochi bacini d'Algeria, dove le navi delle pescagioni di 5 a 6 metri possono mettersi al riparo, ha uno spazio di 10 ettari, e l'avamporto, che è protetto dalle ondate da una gittata di 800 metri, ne comprende 70: però il continuo aumento del commercio con Algeri, Marsiglia, Tunisi, esige un ingrandimento della superficie di ancoraggio. Il sedimento che apportano le acque della Seybuse si deposita a migliaia di metri cubi nei bacini, sicchè quando il mare è in tempesta le navi non sempre entrano nel porto senza pericolo. Alcune navi grandi che servono pel trasporto del ferro, devono talora rimanere nell'avamporto ed esser caricate mediante battelli e scialuppe. Ora si attende a trasformare una gran parte del porto esteriore in un secondo bacino e a fornirlo di bastioni protesi nel mare.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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