Nondimeno sarebbe facile scavare il letto della Mebugia ad un livello inferiore al fondo del lago Fetzara e scaricare questo interamente nella bassa Seybuse. Almeno la zona stagnante fu cinta da un canale che gira intorno al lago e da piantagioni di eucalipti e di altri alberi; ma ora in alcuni luoghi le piante sono morte per essersi putrefatte le radici. L'estate quasi tutto il fondo del lago rimane secco e si screpola, il che gli acquistò il nome di Garaa el-Fetzara o «lago Stagno dei Crepacci»(530).
     
      N. 67. – EDUGH ED IL LAGO FETZARA.
     
     
      Una strada ferrata unisce le miniere ed il borgo d'Ain Mokhra al porto di Bona, passando per una stretta apertura che separa i due massi dell'Edugh e del Belelita; il valico di questa apertura è solo a 35 metri di altitudine. Codesta linea sarà presto continuata ad ovest verso la stazione di San Carlo, sulla ferrovia da Costantina a Philippeville. Si potrebbe anche prolungarla facilmente verso il mare, trovandosi Ain Mokhra sopra uno scaglione, alto 30 metri, fra il bacino del lago Fetzara ed il versante dell'ued el-Kabir o Sanhegia(531). Per far giungere codesta strada ferrata a Philippeville, bisognerebbe farla girare attorno al promontorio di Filfila, ricchissimo di ferro e di marmi famosi, svariatissimi, dal bianco statuario al bianco fiorito, che i Romani misero in opera: ora si attende la costruzione della strada per riprendere il lavoro nelle cave.
     
      68. – COSTANTINA NEL 1836.
     
     
      Il bacino dell'ued el-Kebir che, ad ovest di Fetzara, comprende tutta la regione abitata dalle tribù berbere di Zerdeza, dei Regiata, dei Sanhegia, versa le sue acque nel golfo riparato dal capo di Ferro.