Subito a sud dell'apertura, la collina si abbassa in guisa da formare un vasto circo sopra il quale drizza verticalmente le pareti lo scoglio di Costantina. Allo stesso angolo della punta rocciosa sorge a 70 metri sopra la chiusa, in cui sparisce il Rummel, la piccola cupola di Sidi Rached, donde gli Arabi in altro tempo gittavano le donne adultere.
      Prima di penetrare nello stretto gorgo che rese militarmente forte la «città aerea», il Rummel o «riviera delle Sabbie» si unisce col Bu-Merzug, la «riviera che feconda». Dalla valle piena di luce alla nera fuga di roccie, il passaggio è improvviso. Il torrente, bruscamente ristretto, passa a lato d'uno stabilimento termale rannicchiato in un'abside della roccia, poi passa sotto l'arcata del «ponte del Diavolo» e s'ingolfa rapidamente nel golfo sinuoso. In riva dell'abisso non si vede che la corrente nascosta dalle orlature del burrone; filari di pietre salienti che corrispondono di roccia in roccia e gli androni verticali che le chiudono di tratto in tratto, impediscono allo sguardo di arrivare fino in fondo della voragine, dove vanno volando le rondini.
      Cinque ponti univano già le sponde dell'abisso: di quattro non restano che informi frammenti; il quinto, posto all'angolo orientale dello scoglio di Costantina, fu ripetute volte ricostruito, e sotto la grande arcata di ferro, posta a 105 metri di altezza da ingegneri francesi, si vedono ancora strati di mura di ogni tempo, da quello d'Antonino Pio. Sotto il ponte, il Rummel scompare in una vôlta di roccie; il burrone non e più che una valle frastagliata e forata da pozzi, dal cui fondo ascende lo strepito delle cascate; a 300 metri circa il torrente sbuca da codeste nere gallerie, e dall'una e dall'altra parte le sponde scendono verticalmente fino al fondo della chiusa: una sola arcata isolata, ogivo naturale di una regolarità sorprendente, unisce ancora le due opposte pareti.