Ivi la squarciatura del suolo rivela il carattere più grandioso: le muraglie, a diversi colori e qua e là a perpendicolo, s'innalzano più di 200 metri con in cima alcune costruzioni. Là in alto stavano le «tre pietre», sul kef Scekora o «roccia del Sacco», dalla quale
COSTANTINA. – L'ARCATA NATURALE.
Incisione di Barbant, da una fotografia del signor Neurdein. [vedi figura 425.png]
il pascià faceva precipitare, chiusi in un sacco, donne o schiavi di cui voleva disfarsi(532). In basso il torrente si divide fra le pietre in parecchi rami, poi, giunto all'uscita del gorgo, piomba per tre successivi sporti nella valle inferiore, immenso circo di verdura, dove sono qua e là mulini, casupole e strade biancheggianti che discendono con bruschi giri. Si può fino ad una certa distanza avanzarsi fra le cascate del Rummel, ma l'odore che esse spandono è mefitico. Dal proverbio spesso citato: «Altrove i corvi cacano sugli uomini; a Costantina gli uomini cacano sopra i corvi», è facile capire che il burrone fu trasformato in fogna. È dunque desiderabile che la città., per rispetto a sè stessa e per le bellezze naturali, imprenda a nettare il gorgo del Rummel e far sì che gli stranieri possano facilmente visitarlo.
N. 69. – COSTANTINA NEL 1884.
Le case sono accalcate sul gran masso di pietra sopra il gorgo profondo e silenzioso del Rummel. A nord stanno le costruzioni militari, caserme, ospitale, arsenale e la kasbah propriamente detta. Quando fu presa Costantina, gli Arabi tentarono di calarsi a gruppi nella voragine aperta ai loro piedi, ma, spezzatesi le corde, i cadaveri si ammucchiarono alla base dello scoglio in sanguinose piramidi: furono salvi solo alcuni fanciulli che le madri tennero istintivamente sollevati sulle braccia.
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