N. 70. – PHILIPPEVILLE.
La ferrovia da Costantina al mare si allontana dalla valle del Rummel e serpeggia sul fianco dei monti guadagnando il colle degli Ulivi, nel comune di el-Kantur, e discende dalle alture nei piani del Safsaf, che prima dell'occupazione francese erano quasi interamente inabitati. Da Costantina alla linea dello spartiacque, si succedono presso la strada i due grossi villaggi di Bizot e di Condé-Smendu, ma in vicinanza del colle gli altri gioghi a pascolo sono quasi deserti ed i casali del comune di el-Kantur stanno nascosti nelle bassure. La piccola città di el-Harruch, già temuta per l'insalubrità dell'aria, è pure lungi dalla strada ferrata, in mezzo ad uliveti ed a giardini irrigati dalle acque del Safsaf. Robertville, Gastonville, villaggi circonvicini, divenuti ora prosperi gruppi di abitazioni, erano sul sorgere, nel 1848, veri ospitali, e alquanti coloni parigini ivi venuti per convincimento proprio o spinti dalle ciarle che dipingevano codesto luogo come un Eldorado, vi trovarono la miseria e la febbre, la maggior parte anche la morte. Il lavoro finì con render sano il suolo ed aumentare il prodotto delle terre. San Carlo, Sant'Antonio, Damremont, Valée, villaggi della bassa vallata, sono dei più ricchi dell'Algeria, ed in poche regioni la vite alligna meglio che sui declivi di questi villaggi.
Philippeville, scalo marittimo di Costantina e uno dei porti più frequentati del litorale dell'Algeria, non è città così moderna quanto farebbe ritenere il suo nome: era città fenicia, Rus-Licar o Capo del Fuoco(534), il suo nome fu modificato dai Romani in quello di Rusicada e ripreso dagli Arabi con la forma di Ras-Skikda, – Tasikda, secondo el-Bekri, presso i Berberi.
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