Questi abitanti si segnalano fra gli altri coloni per una probità perfetta e per l'odio ai processi. Subito a' piè della collina, su cui sta Sidi Meruan, si uniscono le due riviere Engia e l'ued el-Kebir. Più in giù non vi sono ancora villaggi francesi, giacchè el-Milia, sopra una diroccata montagna della riva destra, non è che un porto militare, costrutto nel 1858 per tenere in rispetto le popolazioni cabile di codesto territorio boscoso e perciò atto alle sorprese. Tutta la regione del Babor, che si stende ad ovest dell'ued el-Kebir sino ai dintorni di Busi, è generalmente chiamata la Piccola Cabilia. È un paese di montagne e foreste, uno dei più ricchi dell'Algeria di bei paesaggi, difficile ad essere percorso dai viaggiatori, ma non dai predoni. Neppure nella Piccola Cabilia c'è strada carrozzabile per recarsi a Gigielli, lo scalo di codesta pittoresca regione del litorale.
Gigielli, che ha ancora il vecchio nome libico appena modificato nell'Igilgili, trasmessoci dalle iscrizioni, data dai primi tempi storici. Tombe scavate nella roccia lunghesso la riva si devono ai coloni fenici, come appare dalla perfetta rassomiglianza con le cripte delle necropoli di Siria. Già prospera al tempo dei Romani, Gigielli continuò ad essere un centro importante di commercio sotto i Bizantini e sotto gli Arabi; caduta poscia in potere di mercatanti cristiani, fu a lungo l'emporio più animato della costa. Nel dodicesimo secolo, i Normanni di Sicilia se ne erano già impadroniti; a quelli succedettero i Pisani, a questi i Genovesi, scacciati nel 1514 dal famoso Barbarossa.
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