L'assenza della nebbia è dovuta al libero spirare dei venti marini, che invece di battere contro le colline di Gigielli deponendo il vapore, penetrano lungi nell'interno per la valle dell'ued Giinden(539). Gigielli è circondata da bei giardini coltivati da coloni stranieri, Spagnuoli e Maltesi, e nei dintorni si succedono, sulla strada non ancora terminata di Costantina, due ricchi villaggi moderni, Duquesne e Strasburgo, o Giinden. Codesti piccoli centri di colonizzazione, e molto più ancora le borgate cabile delle montagne vicine forniscono al commercio di Gigielli legna, lane, cuoio e cereali. Il porto, già bene riparato dai venti d'ovest, potrebbe essere facilmente difeso anche contro le ondate del nord, giacchè una fila di scogli, paragonabile a quella che si prolunga davanti alla rada di Tripoli, si congiunge agli scogli della penisola e si protende un chilometro in mare, alla profondità di 20 metri(540). In tal guisa le maggiori navi potrebbero riparare nella parte della rada protetta da codesta gittata naturale; non resta che a chiudere le spaccature con pietre e cingerla di bastioni: però questo lavoro, che è già incominciato, non avrà importanza finchè non saranno terminate le strade che conducono da Gigielli verso la città dell'interno. Sull'isolotto presso l'estremità orientale della fila di scogli, sorge un faro(541).
      La città di Setif, a 1,100 metri sul lungo altipiano, seminato di sporgenze, il quale separa le montagne costiere dal gruppo di Hodna e dell'Aures, appartiene al bacino dell'ued Sahel, la qual riviera forma a sud e ad est il fossato di circonvallazione della Grande Cabilia.