Cittadella della ricca tribù dei Beni-Abbes, Kalaa era pure asilo di chi fuggiva la collera dei ricchi dey e dei loro vassalli. Quando il duca di Beaufort fu costretto ad abbandonare Gigielli, uno almeno de' cannoni da lui lasciati fu portato a Kalaa, dove due secoli dopo, nel 1871, venne dai Francesi ripreso insieme ad altri tre. Acropoli di tutta la contrada, mercato di olio della Cabilia, Kalaa era per le tribù il deposito generale dei tesori e dei grani, giacchè stante la purezza dell'aria questi ultimi si conservavano per molti anni in vasti panieri d'alfa intrecciati in forma di cuffie. I Beni-Abbes di Kalaa e dei dintorni potevano, godendo perfetta sicurezza, darsi all'industria e tessere mantelli d'alto valore, cioè da 30 a 35 lire, che si vendevano in tutta l'Algeria. Questa industria si mantenne, non ostante la concorrenza straniera: le donne che tessevano la lana e gli uomini che cucivano la stoffa non si mettevano mai all'opera senza essersi prima lavate le mani. La grande pulizia dei Beni-Abbes, che in ogni villaggio fabbricano sapone, fa singolare contrasto con la sudicieria della maggior parte degli altri Cabili. Un'altra piccola città forte, Zamura o Zemmura, «l'Uliveto», posta ad est di Kalaa, era caduta in potere dei Turchi, che vi mantenevano una guarnigione per difendere le strade fra l'altipiano ed il porto di Busi: gli abitanti di questa città sono ancora in gran parte Kulugli.
Aumale, l'antica Auzia dei Romani, occupa, nella parte occidentale del bacino dell'ued Sahel, una posizione strategica analoga a quella delle città della parte orientale, Setif e Bu-Arrerigi.
| |
Beni-Abbes Kalaa Beaufort Gigielli Kalaa Francesi Cabilia Kalaa Beni-Abbes Kalaa Algeria Beni-Abbes Cabili Zamura Zemmura Uliveto Kalaa Turchi Busi Kulugli Auzia Romani Sahel Setif Bu-Arrerigi
|