Più giù, nella valle del Sahel, serve ancora il fortino dei Beni-Mansur. In questo luogo la strada ferrata di Busi si staccherà dalla grande linea da Algeri a Costantina: nei dintorni, ad est, abitano le varie genti della tribù che obbediva alla famiglia degli Ulad Mokran testè potente e temuta; inoltre importa sorvegliare la strada che sale a nord verso i cedri di Talarana ed il colle di Tirurda e penetra nell'alto gruppo della Grande Cabilia. Ad est, dall'alto della valle, si succedono i borghi degli industriosi Beni-Abbes e quelli dei pacifici Beni-Aidel, di cui è lodata la cura onde tengono le case e le moschee. Vengono più lungi i paesi dei Beni-Khiar, poi quelli dei Sanhegia, che portano il nome glorioso dell'antica confederazione berbera.
Assai numerosi nella bassa valle del Sahel si succedono i villaggi moderni fondati dai Francesi, alcuni dei quali, visti traverso il fogliame dei grandi alberi, riescono dilettevoli, colle loro bianche case a tetti rossi. Di codesti villaggi, aventi ciascuno fontane, serbatoi e viali, il più notevole è quello di Akbu, ufficialmente chiamato Metz. Questo gruppo di abitazioni, capoluogo militare ed amministrativo di quasi centomila abitanti, si trova sopra un alto giogo ad ovest della valle del Sahel, chiamato pure ued Akbu, allo sbocco della strada, non ancora carrozzabile, che discende dalla Grande Cabilia per il colle di Scellata. In tutte le parti della valle si vedono rovine romane; ma a mezza strada da Akbu a Busi, fra Sidi Aich e el-Ksar (Bitch), sono tanto frequenti che il suolo è coperto di ale di muro, di pietre tumulari, di resti di vie selciate, di sotterranei, di edifizi: ivi era Tubusuctus.
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