Un servizio regolare di battelli a vapore ormai unisce Marsiglia e la capitale dei Cabili. Bougie trovasi allo sbocco naturale di tutto il vasto bacino che si stende da Setif a Aumale e profitta in parte del commercio della Grande Cabilia, sebbene si trovi sul versante esterno delle montagne di essa. Per soddisfare però alla parte che Bougie sarà per avere nell'economia generale dell'Algeria, è necessario che il suo porto sia provvisto di banchine, di scali e di una gittata che lo difenda dai venti di nord-est. Questo porto, come ora si trova, è opera interamente naturale, giacchè l'arte non vi ha quasi nulla di suo. Nel tempo del dominio turco, le galee lasciavano verso l'equinozio i pericolosi paraggi d'Algeri per prendere i quartieri d'inverno nella rada di Bougie(549). Della baia di Sidi Yaya, ad est, che è perfettamente protetta dalle ondate di nord dal capo Buak, si parla come d'un futuro porto di guerra, anzi lo studio di tale progetto fu fatto in varie riprese(550). Nello scavare, ad ovest della città, un sotterraneo per rintracciare acque sorgive, si trovò un tunnel romano, fatto allo stesso scopo, della lunghezza di 438 metri. Una iscrizione di Lambese indica codesta galleria come scavata sotto il regno di Antonino Pio. L'acquedotto di Tugia è lungo 21 chilometro(551).
La regione ben definita del Giurgiura, o l'Adrar, la «Montagna» per eccellenza(552), circondata a semicerchio dai due corsi d'acqua, l'ued Sahel e l'ued Isser, è generalmente chiamata «Grande Cabilia», in riscontro della «Piccola Cabilia» che forma la regione montuosa dei Biban e del Babor.
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