Le confederazioni fatte tra diversi villaggi contro un comune nemico non duravano molto: passato il pericolo, la lega era sciolta e ciascun gruppo riprendeva la propria autonomia. Nondimeno i Cabili non ignorano i legami di parentela da tribù a tribù, anzi la comunanza d'origine di tutta una cabila di clans è indicata da nomi comuni. Il nome Ait, con cui esprimono il legame della confederazione, indica l'unione di solidarietà e non la discendenza, come la parola araba di Ulad (al singolare Uled), riserbata alle tribù d'origine semitica, ed il nome importato di Beni che si applica alle due razze, in ispecial modo ai Cabili(561).
      Il principal gruppo di tribù è quello degli Zuaua (Igauauen), il qual nome frequentemente si applica a tutti i Cabili. Tale nome ancora poco tempo fa si dava in Tunisia a tutti i montanari berberi, e nei primi tempi dell'occupazione francese ai corpi dei soldati indigeni sotto la forma di Zuavi, che si reclutavano particolarmente sulle montagne cabile. Gli Zuaua, che sono 150,000, occupano sul versante settentrionale del Giurgiura quasi tutto il bacino dell'alto Sebau, fin presso la sua confluenza con l'ued Aissi. Al gruppo degli Zuaua appartengono gli Ait Yahia, il cui villaggio di Kuku (Kuko) eretto sopra i fondamenti d'una stazione romana(562), era già ritenuto quale capitale del paese cabilo, sebbene avesse tutto al più seicento abitanti. Nel sedicesimo secolo, Marmol indicava col nome di Kuko tutte le popolazioni del Giurgiura: gli oli di «cocco» erano ben conosciuti a Marsiglia ed in tutta la Provenza(563). Sono pure Zuaua gli Ait Fraucen, i pretesi Francesi, che però nel 1857 resistettero energicamente all'invasione.