In pratica, esse hanno quella libertà che è loro negata in diritto; d'altra parte si videro numerosi esempi di donne che acquistarono un'influenza preponderante nelle loro tribù o come eroine, o come profetesse, i cui kubba sono venerati come quelli dei marabutti. Nè codesta superiorità della donna cabila in confronto dell'araba riesce strana, quando tra le prime ve n'ha alcune di aspetto veramente tragico, risultante da forme angolose, da profilo d'uccello rapace, da occhi neri e sfolgoranti, dal disco o da una stella dorata pendente dalla fronte, dalla catenella e dagli anelli che brillano e risuonano, da tutta una acconciatura selvaggia sorretta da una larga cintura. Quando è vedova o dopo il divorzio, la donna cabila ha, come persona umana, gli stessi diritti dell'uomo, e può, come esso, vendere, comperare e lasciare in eredità, ma nulla le è accordato se figlia orfana(585). Già in alcune tribù si sta facendo qualche progresso verso una nuova costituzione di famiglia, anzi diverse comunanze hanno deciso, dietro consiglio de' Francesi, che una ragazza non diventi moglie prima di quattordici anni(586). Inoltre, l'apertura di scuole francesi, dove figlie di indigeni dànno notevoli prove di zelo e d'intelligenza, contribuiscono potentemente all'emancipazione della donna cabila.
I cangiamenti che si vanno preparando nella famiglia berbera sono di facile attuazione, perchè i Cabili non sono tenuti, come gli Arabi, strettamente al Corano. Essi hanno leggi proprie, meglio, propri costumi, indicati col nome di kanun o «canoni», certo copiati dai Bizantini, i quali costumi si modificano di secolo in secolo insieme con la morale.
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