Secondo le loro tradizioni, i Cabili sarebbero stati cristiani: simboli dell'antica religione sarebbero le croci tatuate sul viso delle donne ed anche di qualche uomo, e quelle che in alcune tribù sono impresse sulle porte di casa e delle moschee. Si dice pure che ultimi a convertirsi all'islamismo siano stati gli Ait-Iraten, che furono anche ultimi a sottomettersi al dominio francese(587). Comunque sia, sembra che il cristianesimo abbia modificato ben poco i costumi e le idee degli indigeni; esso non vi deve aver regnato che di nome, tanto più che riuscirono infruttuose le ricerche fatte da Hanoteau e Letourneux per trovare prove storiche del dominio di questo culto nel Giurgiura(588). Dopo essersi detti cristiani senza essere mai stati tali, i Cabili si dissero musulmani per non diventar mai tali; fatta «sino a dodici volte apostasia»(589), presero alcune osservanze islamiche, ma è raro che le pratichino con zelo. Tralasciano di fare le preghiere e le genuflessioni, osservano male il digiuno del Ramadan, giacchè, avendo consultato l'eco della montagna se dovevano mangiare, n'ebbero in risposta: «Mangiate!» questo essi dicono a chi li interroga(590). Fra tutti i musulmani, solo alcune tribù del Giurgiura usano carne di maiale. Appena cento Cabili l'anno si recano in pellegrinaggio alla Mecca, ed anche questi per mire commerciali. La maggior parte delle loro cerimonie sembrano derivare da un passato anteriore alle religioni moderne di Cristo e di Maometto: celebrano le divinità della natura che regolano il calore, il vento, la pioggia, che rendono feconda la terra e prolifici gli animali: i malati si recano a mangiare sulla tomba dello straniero per guarire.