Algeri, capitale della «Francia africana», ha ancora il suo nome arabo di el-Giezair o «degli Isolotti», da quattro scogli ora congiunti alla terraferma(609). Ma questa superba città rassomiglia ben poco al villaggio sorto nel decimo secolo sulle rovine dell'Icosium de' Romani, nel territorio della tribù sanhegia dei Beni-Mezghanna, considerati come parenti degli Ait-Mlikech che vivono sui declivi meridionali del Giurgiura!(610) In varia condizione, ora serva, ora indipendente, in principio del secolo XVI Algeri era già assai importante perchè gli Spagnuoli l'assediassero e s'impadronissero del peñon che proteggeva le navi de' corsari: non vi rimasero però che diciannove anni. Divenuto sovrano d'Algeri il famoso Kheir ed-Din, fece costrurre la gittata, che congiunge alla città l'isolotto e gli scogli(611): in tal guisa si ebbe la darsena che, difesa assai bene contro le tempeste, in una costa priva di rifugi, doveva assicurare ad Algeri il primo posto fra tutte le città del litorale mongrebino, da un lato fino a Bougie, dall'altro fino a Mers el-Kebir. È noto come la città di Barbarossa profittò di questo privilegio. Per tre secoli Algeri fece fronte all'Europa grazie alla paura degli uni, alla gelosia degli altri. Indarno fu undici volte assediata, bombardata o minacciata dopochè i musulmani ebbero ripreso il peñon; nel 1830 Algeri, «la Guerriera», si diceva ancora invincibile, quando i Francesi, sbarcati a Sidi-Ferruch, movevano già contro il forte dell'Imperatore.
Ora Algeri è divenuta la prima città del continente africano, non per numero di abitanti – giacchè ne ha meno delle due capitali dell'Egitto e probabilmente anche di Tunisi, – ma per la sua funzione storica, che ne fa il focolare della civiltà europea.
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