Ma fuori della città propriamente detta, a Mustafà, la città ricomincia meno compatta e più graziosa, come quella che caccia le case de' quartieri inferiori in ogni bassura, raggruppa acconciamente le ville sulle più vicine alture, e verso la sommità della collina fa sorgere sopra gli alberi fronzuti i chioschi ed i comignoli dei palazzi. In questa parte abitano specialmente gli Inglesi che si recano a passare l'inverno nel dolce clima di Algeri. A sud, i sobborghi si prolungano alcuni chilometri sulla curvatura della spiaggia, parallela alla curvatura della cresta montuosa che a poco a poco si abbassa verso la pianura dell'Harras, mentre dall'altro lato d'Algeri si innalza il possente masso dell'alto Sahel, sparso qua e là di punti bianchi, cioè di villeggiature.
La piccola estensione fra le coste ed il mare ha fatto sì che la città si estendesse lunghesso la spiaggia da ambidue i lati del centro primitivo, che sta di fronte ai quattro isolotti dei Beni-Mezghanna, che ora sono la penisola della darsena. La città, quale era nel 1830, occupava uno spazio triangolare sul fianco della collina dominato dalla kasbah, il quale spazio aveva presso a poco 500 metri di lato e 50 ettari di superficie. In questo ridotto, prima della conquista, erano stipati i mercatanti, i fellah e gli schiavi, cioè un complesso di persone ritenute, certo oltre il vero, oltre centomila(613), le quali al momento della conquista non superavano i quarantamila. I Francesi demolirono il pittoresco circuito entro cui soffocava la città, ma la cerchia dei nuovi bastioni divenne a sua volta troppo stretta.
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