Questo villaggio, con molti altri circostanti, fu rovesciato dal terremoto del 1867; molte case furono poi ricostruite in tal forma da sembrare grandi casse posate sul suolo, le quali da una scossa di terremoto possono essere dislocate, ma non abbattute.
La strada ferrata di Orano, lasciando di là dell'Afrun la pianura, s'inoltra nella stretta valle dell'ued Gier e sale verso il valico che separa il bacino del Mazafran da quello della Sciffa. A nord della strada ferrata e dell' ued el-Hammam, affluente del Gier, scaturiscono sopra un giogo di montagne le famose fontane di Hammam-Righa (Rirha), che sono le più frequentate dell'Algeria. Sono le Acquæ calidæ del tempo romano, ritrovo dei malati e dei ricchi eleganti, come è indicato da iscrizioni e da scolture trovate negli scavi. Presso alle sorgenti c'è ora uno splendido edificio circondato da giardini e da piantagioni. Hammam-Riga, per essere a circa 600 metri di altitudine e per la virtù delle terme aggiunta alla bellezza grandiosa del circostante paesaggio, contribuisce più che alcun altro luogo dell'Algeria alla salute di quegli abitanti.
Al bacino inferiore del Mazafran, che è formato dalla riunione dell'ued Gier con la Sciffa, sovrasta a nord della Mitigia la piccola città di Kolea, che, nel principio della conquista, ebbe grande importanza strategica come posto avanzato oltre il Sahel di Algeri. È città graziosa, come quella che è circondata da boschetti e da giardini, meno però di quando le stavano intorno moschee, kubba, casupole fornite di pampini, il tutto in pittoresco disordine sul piano della collina; essa era allora la «Santa», come Algeri era la «Guerriera» e Blida la «Cortigiana». I Mori di Kolea, che ora sono assai meno numerosi degli abitanti francesi e stranieri, appartengono alla razza andalusa: essi fondarono la città alla metà del secolo decimosesto.
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