Il porto che sorge a nord-est della città, riparato da scogliere congiunte alla costa mediante gittate, è un bacino di 24 ettari, dove le navi possono stare in sicurtà; l'entrarvi non è però sicuro allo spirare di tutti i venti, anzi quando la tempesta solleva le onde, i bastimenti si ritirano al largo per timore di battere contro le gittate del porto.
Per più di 100 chilometri sul litorale che si stende a sud-ovest di Tenes fino alla foce dello Scelif, non c'è alcun villaggio francese; nell'interno poi alcuni coloni si sono riuniti in piccoli agglomeramenti, quali Cassaigne, capoluogo d'un comune di più che 1,500 chilometri quadrati, abitato quasi solo da indigeni. Gli abitanti del Dahra sono la maggior parte di origine berbera; anzi alcune tribù, quali gli Zeriffa e gli Asacia, che sono presso la costa a sud-ovest di Tenes, parlavano poco tempo fa un idioma affine a quello dei Cabili: le altre tribù usano già da molto tempo la lingua de' vincitori. Vi predominano i costumi arabi, giacchè abitano generalmente sotto la tenda ad eccezione delle genti affatto berbere che hanno case. Nella zona intermedia, gli uomini stanno accampati come gli Arabi, ma le loro donne rimangono in vicine dimore chiuse a chiave. Indizio dell'origine berbera degli abitanti è il gran numero d'alberi intorno ai duar. Alcune valli riboccano di ulivi e di fichi, che nelle abbondanti stagioni mettono in moto le piccole navi che ancorano nei seni lunghesso il litorale. Mazuna, piccola città già berbera poi kulugla, sta al centro del Dahra, in un incantevole vallone corso da rivi che discendono verso lo Scelif.
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