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      Verso le sorgenti del corso d'acqua principale che, con nomi diversi, continua fino alla Macta, si trova la città moderna di Saida, la «Fortunata», costrutta nel 1854, a 868 metri di altitudine, alla base di colline con le quali a nord confina la regione degli altipiani. Due chilometri di là una città araba, ora distrutta, sorgeva sopra una terrazza a pendìo dirupato in riva dell'ued Saida. L'importanza di questa città deriva dall'essere posta fra due regioni naturali e più ancora dall'essere il deposito dell'alfa che viene raccolto sugli altipiani vicini. Il clima di Saida, che è quasi europeo, si confà alla coltivazione degli alberi fruttiferi e dei legumi dell'Europa temperata. Saida è la stazione centrale della strada ferrata che da Arzeu si innalza sin sugli altipiani, supera la cresta, a 1,170 metri, al colle di Tafaraua, che è il punto più alto di tutta la linea, e si spinge fra le solitudini meridionali fin di là dagli sciott. Centrenta metri più alto e dieci chilometri più a sud, rasenta il limite del mare d'alfa la grossa borgata industriale d'Ain el-Agiar, dove sono i magazzini della compagnia concessionaria e le officine a vapore per la compressione delle fibre: in Ain el-Agiar non abitano che Spagnuoli. Nelle vicinanze di Saida gli scogli de' primi scaglioni esterni dell'altipiano hanno numerose grotte donde scaturiscono acque vive. L'Ain Nazereg, uno dei rivi copiosi della contrada, fu in parte seguito lungo il suo corso sotterraneo: esso passa al fondo d'un imbuto di avvallamento, chiamato la caverna dei Piccioni, poi si estende in lago in una vasta grotta, ed esce alla luce per sparire di nuovo 1,500 metri più in giù(638).


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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