Fondata da Mori d'Andalusia sul principio del decimo secolo nel territorio di una tribù berbera, Orano ingrandì tosto, stante la vicinanza del porto, detto Mers el-Kebir o il «Gran Porto», cui il promontorio del giebel Santon protegge dai venti di nord-ovest e di nord, che sono in que' luoghi i più dannosi. Questo ottimo seno di rifugio, il Portus divinus dei Romani, è circondato da coste a perpendicolo, al cui piede non sarebbe potuta capire una città di deposito, la quale dovette sorgere verso l'estremità del golfo, dove le montagne si abbassano, e per una larga apertura si può penetrare nell'interno delle terre: quindi il nome di Uaran o «Taglio», che, con forma spagnuola di Orano, e rimasto alla città. Dal lato militare, codesta spaccatura del litorale aveva pure grandi vantaggi: come Algeri, la sua rivale d'occidente, Orano si appoggia ad un gruppo isolato di montagne, a un Sahel ben definito e separato dal resto dell'Algeria da pianure e da una grande laguna; difende la città una fortezza naturale che raddoppia dieci volte la difesa delle mura. Così allorquando i Mori furono cacciati dalla Spagna, i vincitori li inseguirono sul continente africano e lor prime conquiste, nel 1505 e nel 1509, furono il porto di Mers el-Kebir e la piazza di Orano. Un giorno o due di navigazione bastavano perchè con un vento favorevole i trasporti e le navi da guerra si recassero da una riva altra. Dalle montagne di Murcia si scorgono quelle del Magreb; così la città tolta ai Mori restava, per così dire, sotto gli occhi dei conquistatori.
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