N. 96. – PIANURA DEGLI ANDALUSI.
     
     
      Grazie ad un porto conquistato sul mare, Orano è divenuta pel suo commercio esterno indipendente da Mers el-Kebir, l'antica «chiave dell'Africa», ora semplice aggiunta della vicina città: ivi le navi vengono a prendere direttamente l'alfa, i minerali, i cereali e sbarcare le mercanzie d'Europa; una gittata lunga un chilometro che corre dal piè del forte di Lamun o la Mun (la Mona, la Guenon), si avanza fino alla profondità di venti metri e circoscrive uno spazio di circa ventiquattro ettari, cui altre gittate dividono in bacini secondarii: i più grossi bastimenti ivi trovano una profondità d'acqua sufficiente, ma lo spezzaonde soffre spesso gravi danni dalle tempeste, sicchè si dovette riparare alle breccie. Di grande vantaggio è il porto di Orano per la sua vicinanza con la Spagna: Cartagena dista solo 200 chilometri, la qual distanza può essere percorsa da un veloce battello a vapore in otto ore. Nondimeno l'impiccio de' passaporti, le visite della dogana, le lentezze del servizio di ferrovia e l'alto prezzo del viaggio allontanano a migliaia i viaggiatori da codesta via naturale. Almeria è precisamente distante quanto Cartagena. Da dieci anni a questa parte, l'andare e il venire nel porto di Orano è più che raddoppiato sicchè tra i porti francesi hanno un movimento annuo maggiore solo quelli di Marsiglia, Parigi, l'Havre, Bordeaux, Dunkerque(644).
      Oltre le mura e la cinta de' forti, Orano continua nei suoi sobborghi. Ad ovest le coste a perpendicolo lasciano appena lo spazio necessario alla strada, ma si trasse profitto da alcune nicchie per fabbricare alcuni gruppi di case; il casale di Santa Clotilde occupa appunto uno di tali spazi a piè della montagna, presso le sorgenti termali, chiamate Bagno della Regina; più lungi Sant'Andrea riempie di casupole il piccolo vallone che si apre sotto il riparo della penisola fortificata di Mers el-Kebir.