Ciò nonostante il commercio vi è attivissimo, grazie alle vicine miniere di ferro, che contengono circa dieci milioni di tonnellate di eccellente minerale: più di mille operai, quasi tutti Spagnuoli e Marocchini, vi lavorano, ed il materiale scavato si trasporta mediante due strade ferrate nelle calate di imbarco di Beni-Saf(647), di dove vien spedito persino in America; si lavorano pure sulle rive della Tafna grandi cave di pietra, la quale viene spedita nelle diverse città della costa.
N. 98. – FOCE DELLA TAFNA.
La spiaggia che si stende immediatamente ad ovest della foce della Tafna si presta benissimo all'apertura d'un porto. Ivi una piccola catena di scogli si attacca a un capo roccioso e va a raggiungere un isolotto: bisognerebbe completare codesta naturale gittata e costruire una diga, per chiudere, ad est dell'isolotto, un ancoraggio di 10 metri di profondità, sufficiente per alcune grandi navi; inoltre dovrebbe essere costrutta una gittata ad est per difendere il bacino contro le alluvioni della Tafna. A 2 chilometri in alto mare, l'isola di Rashgun, l'Arshgul degli Arabi, ripara la rada nelle vicinanze della foce; in codesta isola si vedono a lato del faro le rovine d'una città araba. In tutto il litorale vicino vi sono pure numerosi ruderi: a nord-est di Beni-Saf, gli avanzi del porto romano di Camarata; a sud di Rashgun le pietre sparse di Takebrit o «le Volte» che occupano il sito di Siga; ad ovest, non lungi dal capo di Honein, – il cui nome fu trasformato dai marinai in quello di Noè, – gli ingombri ed i frammenti di una cinta dell'importante città araba di Honein, uno dei porti di Tlemcen prima che gli Spagnuoli conquistassero Orano: era dominata dalle chine del giebel Tagiera.
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