La festa dell'Autunno corrisponde pure a quelle che si celebrano in Europa al tempo della vendemmia. La croce che mediante il tatuaggio si imprimono gli abitanti dell'Aures, sarebbe un resto dell'antica fede.
Secondo la tradizione dell'Aures, gli indigeni sarebbero stati convertiti all'Islam da un santo chiamato Sidi Abdallah; alcune tribù sarebbero state ibadite come gli isolani di Gierba e i Beni-Mzab: fra gli Ulad-Daud si trovano vaghi ricordi di giudaismo. Prima dell'arrivo dei Francesi, la maggior parte degli abitanti dell'Aures non erano musulmani che di nome e, a guisa dei Cabili del nord, non prendevano affatto norma dai precetti del Corano; non conoscevano che i loro kanun, che, del resto, erano assai più semplici di quelli delle popolazioni del Giurgiura. I Francesi contribuirono indirettamente ad allargare l'islamismo tra gli abitanti dell'Aures, usando con loro la lingua del Corano, che sola conoscevano, dando loro cadì arabi, che giudicavano secondo il codice comune, cioè secondo il libro di Maometto. La unità politica degli indigeni si compie a poco a poco a profitto della razza che da ogni parte assedia i monti(662). La lingua araba si va man mano divulgando, come quella che in confronto della diversità dei dialetti berberi trae gran forza dalla sua unità. Codesti speciali dialetti costituiscono nell'Aures orientale la famiglia della lingua zenatia, mentre nell'occidentale si parla il mazehr o la lingua tmazirt (temazirha), nella qual parola è facile riconoscere il nome di razza berbera degli Amzigh o Amazigh.
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