Anche la state la corrente dà una certa quantità di acqua che si ritiene essere in media di oltre 600 litri il secondo; inoltre scaturiscono alcune sorgenti vive dal letto stesso del fiume. La città francese, che fu edificata, come le case arabe degli Ziban, con tegole seccate al sole, ha le sue case ad arcate ed a terrazze riunite sotto la protezione del forte; più a sud sono i villaggi negri, arabi, berberi: l'oasi comprende sette ksur, sparsi come quelli delle oasi tunisine e che formano un vero giardino lungo 5 chilometri. Nei milletrecento ettari di terreno coltivato si trovano centoquarantamila palme, che producono insieme oltre centomila ettolitri di datteri; nell'immenso palmeto si trovano alcune migliaia di ulivi, che si dicono piantati dai Romani, ed altri alberi fruttiferi. Vi furono poi disposti dai Francesi un giardino per le piante tropicali; alcuni vivai e parchi di or
BISKRA – NEGRA LIBERATA.
Incisione di Thiriat, da una fotografia del signor Neurdein. [vedi figura 573.png]
namento. Biskra è diventata in questi ultimi anni un soggiorno d'inverno, dacchè buon numero di malati del nord della Francia vi si recano a ricuperare la salute, sotto a quel cielo quasi sempre sereno. Devono però partire in principio della primavera in causa del calore e con essi emigra la maggior parte della popolazione, tutti Berberi che si recano nelle città del litorale in cerca di lavoro. Nelle grandi città dell'Algeria quei di Biskra si incontrano a migliaia. Il primo a stendere la mano ai Francesi, quando sbarcarono sul bastione di Algeri(678), fu uno di Biskra e probabilmente di una oasi degli Ziban, giacchè da gran tempo gli emigranti di esse hanno il privilegio di esercitare la professione di canottieri nella città di Barbarossa.
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