Poco tempo fa la zauia fu invasa dai timedi, tarli che rosicchiano le impalcature, sicchè caddero già parecchie case.
      A sud-est, verso Gadames, nella regione delle grandi dune, si svolgono le onde sabbiose; a sud il bacino dell'Igharghar è occupato dai Tuareg e quindi il commercio di Tugurt nelle regioni del Sahara non può essere fatto che coi Beni-Mzab ad ovest, con Uargla a sud-ovest, col Suf od il «Corso d'acqua» ad est. Quest'ultimo gruppo di oasi è il più isolato fra tutti quelli del Sahara algerino, come quello che, posto quasi a cento chilometri da Tugurt, sulla strada del Gierid, è circondato da ogni parte dalle sabbie, e in nessun luogo vi scaturisce acqua. La leggenda ne attribuisce la causa ai cristiani, già padroni di quel paese, i quali fuggendo nascosero il fiume mediante arti magiche: nè tale maleficio i musulmani riuscirono ancora a stornare. Ciononostante le dieci oasi dell'ued Suf rimasero, e 180,000 palme vi danno frutti eccellenti «famosi sopra tutti»; nè hanno bisogno di essere irrigate. Però bisogna scegliere un luogo favorevole tra le dune e scavare il suolo a varie profondità, in certi siti fino a 12 metri, per arrivare ad uno strato del sottosuolo abbastanza umido. Gli alberi che vi si piantano giungono con le radici fino alla vena d'acqua; che se questa muti luogo o si abbassi, bisogna scalzare l'albero, sostenerlo con puntelli, finchè, scavato di sotto o da lato, lo si collochi meglio. Le terre di scavo disposte a scarpa intorno agli imbuti e sostenute da palizzate proteggono contro le sabbie i boschetti di palme; in certi luoghi codesti enormi lavori di sterro e di preservamento si fanno per un giardino che avrà solo quattro o cinque palme, ma ve n'ha taluni in cui non ci sono meno di cento datteri, ed altri alberi fruttiferi, come aranci, albicocchi, fichi, viti e, all'ombra di queste piante, legumi e tabacco.