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      Ad est è Tiut, che si trova un po' meno in alto, perfettamente riparata da roccie rosse che sorgono a nord: è circondata da grandi giardini cui boschetti di datteri, di mandorli ed altri alberi fruttiferi inghirlandati di viti danno un aspetto affatto saharino. Si vedono sopra un vicino scoglio forme grossolane rappresentanti uomini armati di archi e di freccie, donne, animali, tra cui si scorge un elefante, immagine forse degli elefanti che vivevano allora in quei luoghi. Vi sono pure scolture sulle rupi dello stesso genere presso l'oasi di Mogar Tahtani o «Mogar Inferiore», posta presso la porta di uscita del torrente che più in basso diventa l'ued Namus. Tutti codesti ksur sono, come Mogar Fuhani e come sulla frontiera del Marocco, la fredda Ain-Sfisifa o «Sorgente delle Alberelle», che ha clima troppo rigido perchè vi possa crescere la palma, altrettante piccole repubbliche amministrate da assemblee locali, che però riconoscono la sovranità politica della tribù araba degli Hamian Gharba, che percorrono la regione degli altipiani e delle catene costiere del sud e sono anche possessori di alcuni ksur del Marocco, tra cui Ich (Yich) ed i suoi palmeti. La popolazione residente nei ksur è composta principalmente di genti della tribù degli Amur o Ahmor, fratelli dei laboriosi coltivatori che dettero il loro nome al potente giebel in cui nascono lo Scelif e il Gieddi. Gli Amur della Montagna sono i Baggara o «Allevatori di bestiame»; quelli delle valli e della steppa saharina sono i Giemala o «Allevatori di cammelli». Alcuni dei loro gruppi sono nomadi e si dicono soggetti ai Francesi o ai Marocchini, secondo che pagano la imposta ad Algeri o a Fez(716); il loro amin possiede due sigilli, uno francese, l'altro marocchino, dei quali si serve secondo le occasioni.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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