Tempo fa i pastori indigeni non adoperavano le forbici a tosare, bensì il falcetto, strappando insieme colla lana alcuni pezzi di carne(764). Porci non hanno che i coloni Europei; ma non mancano, sebben pochi, alcuni Cabili che allevino l'animale «impuro». La carestia di foraggi ha fatto diminuire di alquanto il bestiame nel 1882, giacchè presso gli Arabi morì circa mezzo milione di animali, ma la soccida dei coloni aumentò leggermente e certo per la facilità di acquisto.
Dopo l'occupazione francese, si tentò più volte di introdurre novelle varietà di animali domestici per migliorare le razze. Sugli altipiani pascolano ora bestie di origine svizzera, più forti e grosse delle specie algerine di Guelma, di Cabilia, d'Orano, dei Beni-Sliman. Anche quelli dell'Algeria hanno, nel 1868, importato mandre di montoni merinos, ma questi sono soggetti al carbonchio. Le specie d'Algeria, particolarmente quella dei montoni dalla grossa coda o «barbarini», che vivono nella provincia di Costantina e nella parte orientale della provincia di Algeri, sfuggono alla mortalità cagionata da malattie della milza; cadono bensì più o meno malati, ma guariscono da sè in pochi giorni. Anche i buoi godono in Algeria il singolare privilegio di sfuggire al carbonchio, non così le capre ed i conigli che ne sono decimati. Sarebbe dunque da desiderare fossero introdotte mandre algerine per rinnovare la razza francese della Beauce, della Sologne, delle Lande, ogni anno decimata dall'infezione microbica(765); però la maggior parte degli animali di Algeria sono specialmente i montoni, troppo inferiori a quelli di Francia perchè se ne accetti il cambio; diffatti non se ne trovano che nella Camargue.
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