Ciascun gruppo superiore, formato di unità minori, obbedisce egualmente ad un capo unico; il kaid dipende dall'agha, costui da un bach-agha o da un khalifa. Questi vari personaggi sono altrettanti sovrani nei loro piccoli regni, nè sta al lor fianco alcun consiglio elettivo; nondimeno nei duars si mantenne un certo elemento democratico, grazie all'assemblea o giemaa formata dai capi di famiglia o solo dai kobar, cioè dai «grandi», cui lo sceicco della ferka consulta nei casi di maggiore importanza. Affatto differente è la giemaa dei comuni kabili e sciauia, dove gli antichi costumi sono ancora rispettati: ivi tutti gli abitanti formano l'assemblea sovrana e la loro autorità non è limitata che dalle tradizioni.
In paese arabo somma importanza hanno le questioni riflettenti la genealogia. Quindi i «figli delle grandi tende» godono il rispetto di tutti ed i poveri si affollano intorno a loro per ottenerne il patrocinio. Da prima i governatori credettero che sarebbe stato opportuno procedere d'accordo con i capi delle tribù guerriere per ottenere il dominio del paese e misero in opera titoli, onori, concessioni di feudi per amicarseli. Ma il genio e le tradizioni aristocratiche del popolo arabo fruttano fatalmente aspre rivalità per il contrastato potere. Tre nobiltà distinte si disputano l'autorità delle tribù: i giuad, o figli di capi, che si spacciano, giustamente od ingiustamente, quali discendenti dei compagni di Maometto o dei conquistatori del Maghreb; i ciorfa, che pretendono lor madre comune Fatima, moglie di Maometto, e quindi appartengono alla famiglia del Profeta; infine quelli che hanno per antenato qualche santo marabutto e quindi acquistarono una certa nobiltà non meno rispettata che quella degli altri.
| |
Maometto Maghreb Fatima Maometto Profeta
|