Le entrate annuali dell'Algeria compensano press'a poco le spese amministrative, giacchè raggiungono circa la metà delle spese, comprese quelle per l'esercito(798). Le entrate derivanti da dazî di mare sono ripartite tra i comuni algerini secondo la loro popolazione; ma nel calcolo, gli Arabi, e gli Israeliti naturalizzati, per eccezione al decreto del 1870, contano solo per un ottavo: «otto Israeliti od otto Arabi valgono un Europeo.» D'altra parte le varie imposte pagate dagli Europei sono circa sei volte maggiori di quelle degli indigeni. Le imposte arabe gravano direttamente sul prodotto: solo le terre ad orzo e a grano pagano l'asciur, le terre incolte ne sono esenti; l'altro canone principale, il zekkat, è pagato per ogni capo di bestiame.
     
      N. 122. – CITTÀ SANTE E PRINCIPALI ASSOCIAZIONI RELIGIOSE DELL'ALGERIA.
     
     
      Ciò che più divide gli abitanti dell'Algeria e impedisce loro di costituirsi in una sola nazione, è la religione. Nondimeno il Governo ha tentato di infranciosare il culto musulmano. Prima della conquista, gli indigeni non avevano gerarchia religiosa ufficiale, e quindi una delle prime cure della Francia fu di introdurre nel paese l'unione dello Stato con la Chiesa. Subito dopo la presa d'Algeri, i conquistatori facevano modificare il testo della preghiera che gli imami recitavano nelle moschee per il capo dello Stato: ora pregano per il «fortunato Governo della Francia.» Prima, il potere civile non interveniva mai nella scelta dei ministri del culto, ora i mofti, gli imami secondarî ed alcuni agenti religiosi subalterni vengono indicati dai governatori dell'Algeria fra i letterati amici dei Francesi.