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      È raro che motivi religiosi abbiano cagionato insurrezioni, nè mai gli ordini presero insieme parte ad «una guerra santa:» tutti i khuan sembra ricordino il precetto del sufismo, che vieta loro «di esporsi alla morte per imprese superiori alle loro forze.» «Temi i Francesi! Il timore dei Francesi è il timore di Dio!» dice uno sceicco religioso ai suoi discepoli nell'oasi di Khenga(802). Ben si spiega tal mancanza di energia guerriera in uomini che vivono affatto separati: per quanto sia grande il loro odio per lo straniero invasore, non lo possono combattere. Come quelli che sono sottoposti assolutamente ai loro capi «come a Dio stesso,» che non possono fare «alcun ragionamento, buono o cattivo, per tema di cedere in errore,» che non hanno altro scopo fuorchè di imprimere alle membra, alla voce, allo sguardo il meccanismo del rituale, i fanatici kuan si trasformano grado grado in veri monomani, incapaci di comprendere e di volere. Per far certe preghiere devono posare il volto verso la spalla destra dicendo hi, poi verso la spalla sinistra dicendo ha, giacchè senza tali movimenti e grida la preghiera non sarebbe efficace(803). La storia dell'Algeria mostra che dove le insurrezioni hanno avuto una reale importanza, non è fra codesti ebeti devoti, ma presso le virili tribù che hanno conservato piena coscienza della loro vita politica.
      Il Governo francese tentò di farsi forte del Corano stipendiando un clero musulmano, ma finora fece pochissimo per ravvicinare gli indigeni ai Francesi mediante l'istruzione.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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