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      I giovani cercano di trar profitto nei loro viaggi di ciò che fu loro insegnato a scuola, e le ragazze, le quali non sono condannate ad una vita di chiostro come le Moresche, possono studiare senza attirarsi il disprezzo dei parenti, anzi sono più rispettate. Tutte le giemaa chiedono scuole francesi nel loro territorio, accettando anticipatamente il principio dell'istruzione gratuita ed obbligatoria. Le scuole sono in grande onore presso i Berberi delle oasi saharine, anzi in parecchie città e villaggi i fanciulli parlano e scrivono il francese, specialmente a Biskra. Questa città, avanguardia delle regioni del Sahara, è tra le più infranciosate dell'Algeria, sia per la sua scuola franco-araba, che per la folla di visitatori che vi giungono per dire di aver visto il deserto e le oasi. Notevolissimi sono i risultati avuti dalle scuole, sebbene il metodo dei programmi adottati nella Francia europea sia applicato servilmente nella Francia africana, sicchè un fanciullo cabilo esce dalla scuola senza aver appreso di geografia altro che le divisioni amministrative degli Stati d'Europa, e di storia i nomi dei re Merovingi(806).
      In complesso si può, senza tema di errare, ritenere oltre un milione, cioè il terzo della popolazione algerina, il numero di quelli che parlano francese, sia come lingua materna, o come lingua appresa. L'arabo, per quanto ne sia stata ricca ne' secoli andati la letteratura, non è più un idioma, almeno in Algeria, adatto all'evoluzione del pensiero moderno: tutti i maomettani usano il francese, tanto quelli che hanno rivolto i loro studî alla scienza, quanto quelli che attendono solo al viver civile.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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