Tranne un giornale ufficiale ed alcune pubblicazioni legali ed amministrative, dalle stamperie algerine non escono che giornali europei, quasi tutti francesi: alcune traduzioni fatte da Europei ed alcune opere di storia pubblicate da società scientifiche, sono i soli libri arabi che ora vengano in luce. In Algeria non appare nessun indizio di rinnovamento letterario in questo secolo di occupazione francese, anzi non sarebbe merito degli Arabi se dovesse cominciare una nuova evoluzione della loro lingua. I pochi letterati indigeni ci tengono a celare i loro tesori. Migliaia di libri furono portati via dalle famiglie religiose che sfuggivano al dominio degli infedeli; anche in alcune città algerine rimasero chiuse ai Francesi ricche biblioteche(807).
Nella società europea della colonia l'istruzione è in proporzione più diffusa che nel paese di origine; le statistiche dei matrimoni e della leva provano che il numero degli analfabeti è minore in Algeria che nelle contrade d'Europa donde vennero gli immigranti(808). Ora la media degli Ebrei istruiti è di poco inferiore a quella dei Francesi, il che si spiega colla bassezza in cui essi furono lungo tempo tenuti dai loro oppressori musulmani. D'altra parte, gli Ebrei tengono più di tutti gli altri elementi etnici dell'Algeria all'istruzione dei loro figli, simili in ciò ai loro correligionari di Europa e di Tunisi. Vero è che otto delle loro scuole, dette midrascim, sono affatto religiose, giacchè non vi si insegna che la lettura della Bibbia e l'ebreo, ma queste scuole non accolgono i fanciulli che nelle ore in cui le scuole comunali sono chiuse e la maggior parte degli scolari del midras frequentano nello stesso tempo una scuola ordinaria.
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