L'istruzione pubblica, per la quale i comuni algerini spendono in media il 17 per 100 delle loro entrate(809), è ordinata sullo stesso modello di Francia: scuole inferiori e secondarie, licei, scuole normali, facoltà di diritto, di medicina, di scienze e di lettere. Ogni comune algerino di pieno esercizio o misto, secondo la legge del 1883, deve avere una o più scuole inferiori pubbliche e gratuite per i fanciulli europei ed indigeni; nei comuni di oltre 500 abitanti ce ne deve essere anche una per le fanciulle. Lo stipendio dei maestri è regolato secondo la legge sull'istruzione pubblica vigente in Francia(810).
     
     
      ALGERI NEL 1852. – BAB-AZUN.
      Disegno di Margnette, da una stampa antica. [vedi figura 661.png]
     
      Il Governo francese, secondo i patti della capitolazione di Algeri, si è obbligato a rispettare il libero esercizio delle leggi e dei costumi presso gli indigeni; nondimeno era impossibile che i giudici francesi eletti in Algeria non tentassero di restringere a poco a poco le facoltà dei magistrati musulmani. Tosto i cadì dalle «mani forate,» che un proverbio diceva essere incaricati di «divorziare la tribù»(811), e giudicavano senza che gli accusati potessero appellarsi, – salvo che al bey e allo stesso cadì, meglio informato, – videro sorgere al di sopra di essi i tribunali francesi, dai quali era ammesso l'appello. Ciò non ostante, i cadì pronunciavano ancora nel 1843 una sentenza di morte, e nei giudizî rimasero alcune assurdità, che non si poterono togliere in causa della superstizione degli indigeni e per i commentarî del compendio di Sidi Khelil e di altri trattati di giurisprudenza: perciò i tribunali musulmani ancora poco tempo fa sanzionavano solennemente un fatto fisiologico non conosciuto dai medici Europei, che un bambino potesse restare quattro anni nel seno materno(812). Ora i circa 150 cadì o giudici, e gli adels o supplenti formano una mahakma o camera di giustizia unita in ogni circoscrizione ai tribunali di prima istanza.