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      Codesta depressione intermedia, confinante a sud-est col muro roccioso di Bani, è nota col nome di Fegia. Non è una cresta notevole per dimensioni, perchè s'innalza solo a 200 o 300 metri sopra il suolo circostante, e la sua maggior grossezza, dall'una all'altra base, varia da uno a due chilometri; alla sommità è una semplice lama rocciosa, un «fendente» come certe creste schistose delle Alpi francesi. Senza anelli laterali nè contrafforti, è voce che il Bani cominci presso Tamagrut sul Draa continuando a nord di codesto fiume fino all'Atlantico per una lunghezza di quasi 600 chilometri con pochissime inflessioni e senza gruppi che servano di sostegno alla bizzarra muraglia di scogli. Tratto tratto nel Bani si aprono porte o gole, kheneg, generalmente strettissime, sopra cui si riuniscono cinque o sei corsi, recando al Draa mediante un solo canale le acque dei monti del Piccolo Atlante. Uno di codesti kheneg è ritenuto dai Beraber come il luogo d'origine della nazione; vi si recano ogni anno in pellegrinaggio per offrire sacrificî, banchettare e danzare. Le pareti del Bani sono fatte di nuda roccia senza un po' di terra, senza vegetazione nelle crepature. Tutto il muro è composto di un gres apparentemente calcinoso, rivestito d'una crosta nera e brillante(836). Quale è la causa per cui la pietra fu così ricoperta d'una specie di crosta, mentre le chine dei monti formate di altre roccie conservano il loro fulgore ed i primitivi colori? I gres del Bani sono probabilmente di origine devoniana, come i gres nerastri che si trovano nel Sahara centrale.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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