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      L'ued el-Khus, il primo fiume che riceve le acque dalle chine occidentali dei monti di Beni-Hassan, ha la foce sessanta chilometri a sud dello stretto. Più lungi la costa sabbiosa, cui coronano dune ed un «orlo roccioso,» per cui arrestato lo scolo dei rivi è forzato a formare lunghi stagni paralleli alla riva, seguita, appena piegata, nella direzione sud-ovest. La forma del litorale non indica in nulla la foce d'una larga vallata fluviale, benchè in cotesto luogo della costa venga a sboccare il Sebu, il Subur (Sebur) dei Fenici, che è il più gran fiume del Marocco. La spiaggia marina continua da una riva all'altra con una regolarità perfetta. Il Sebu è il maggior corso d'acqua «dopo il Nilo» dell'Africa settentrionali. Plinio lo ebbe a chiamare «il magnifico». Nella parte più bassa, dove si trovano sparse rovine romane(847), è largo da cento a trecento metri e scorre a meandri fra capanne di pastori alte sette metri, che talvolta supera durante le piene: in media è profondo tre metri. Questo fiume potrebbe dunque navigarsi, almeno gran parte dell'anno, giacchè piccoli battelli a vapore potrebbero rimorchiare scialuppe a fondo piatto risalendo fin quasi alla capitale(848); invece si fanno per terra i trasporti di derrate e tutti i viaggi fra il litorale ed i luoghi di sosta della valle posti sulle strade di Fez. Le tribù rivierasche sono troppo turbolenti perchè possa prender piede un commercio regolare per la via dei fiumi; ciò non ostante poche regioni del Marocco hanno maggior importanza economica di questa.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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