D'ordinario però da codesta corrente nulla giunge al fiume ed allora il «Nilo» del Marocco non ha più alla superficie del suo letto una sola goccia di acqua nella parte inferiore del suo corso. Secondo la tradizione locale e documenti storici, il Draa giunse già fino al mare congiungendo le sue alle acque salate per larga foce, e ne' suoi gorghi nuotavano coccodrilli ed ippopotami e nelle foreste lunghesso il fiume abitavano elefanti. Ora la sua corrente raggiunge l'Oceano solo alcuni anni eccezionali, al tempo dello scioglimento delle nevi; talora passano dieci anni senza che i rivieraschi del Draa marittimo veggano serpeggiare un filo d'acqua in quel letto sabbioso. Però nelle profondità deve filtrare un po' di umore, giacchè i luoghi coltivati danno regolarmente le messi, anzi in alcuni punti si scavano pozzi dove a poco a poco si raduna l'acqua. Alla fine di aprile del 1850, anno in cui Panet lo ebbe ad attraversare, il Draa era proprio un fiume largo 150 metri, il cui filo d'acqua, in mezzo al letto, era di 60 a 70 centimetri(854).
Il torrente, il quale coi nomi di ued Zis e ued Guers scende all'estremità settentrionale del Grande Atlante, direttamente a sud del gruppo montuoso, ha un corso molto meno lungo di quello del Draa. Dopo aver irrigate le oasi di Tafilelt, che sono a 250 chilometri dalle sue sorgenti, esso si perde nel deserto, poichè nessun viaggiatore ha ancora saputo dire se il letto continui traverso le grandi dune a sud, sia per piegare ad ovest verso il Draa, sia per congiungersi ad est al bacino del Massaura o per rivolgersi da solo verso il Niger.
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