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      Tissot si meravigliava d'incontrare ne' suoi viaggi fra le tribù del Rif sì gran numero di gente dal viso affatto europeo. In esso si devono forse scorgere i discendenti dei costruttori dei megaliti?
      La massima parte dei Berberi del Marocco parla la lingua tamazight, scleuh o sciellaha. Il vecchio idioma, grazie al rifugiarsi delle tribù nelle montagne dell'Atlante, si è mantenuto meglio, nel Maghreb el-Aksa che nel resto della Berberia. Secondo Tissot e Duveyrier nelle montagne del Rif ci sarebbero ancora antichi manoscritti del Corano in caratteri berberi. Però l'arabo, sì nel Marocco come nell'Algeria, è il linguaggio civile ed il solo in cui vengono scritti e recitati i versetti del Corano. Il Berbero, nell'apprendere a pregare, comincia a ripetere punto per punto le parole della fatha, cioè il primo capitolo del Libro. In quasi tutte le tribù del nord, le donne ed anche i fanciulli comprendono e parlano l'arabo, ma certe popolazioni che abitano lungi dalle strade commerciali, nelle montagne e nelle oasi del versante saharino dell'Atlantico conoscono solo il tamazight e per parlare con gli Arabi si servono di interpreti, generalmente ebrei. D'altra parte vi sono tribù di origine berbera che hanno interamente obliato la lingua degli avi e sanno solo l'arabo: tali sono i Beni-Hassen che abitano le montagne di Tetuan.
      Molto grande è la differenza di tipi, di vestire, di costumi fra tutti codesti Imazighen che sono sparsi in sì vasto territorio, parlano differenti idiomi e variano di colore dal nero al bianco.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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