Si dice che le più belle donne del Marocco siano le Ebree di Meknes: si dà il nome di Meknasia a qualsiasi donna di bellezza sorprendente(884).
C'è pure in tutte le regioni del Maghreb el-Aksa l'elemento negro, anzi, secondo Rohlfs, i negri di origine del Sudan sarebbero in tutto il paese, da Tarudant a Tangeri, circa 50,000 di razza pura. Mediante gli incrociamenti, essi sono penetrati nelle famiglie potenti della città; così la famiglia regnante è in parte di origine negra. Nelle campagne però i mescolamenti di razze diverse non sono frequenti, anzi non ci furono mai tra i Berberi del versante settentrionale dell'Atlante. La popolazione negra del Marocco, Haussa, Bambara, Fula, continua ad essere fornita da schiavi menati dalle carovane del Sudan. Al Marocco si comperano a denaro, ma nel loro paese vengono scambiati con lastre di salgemma; quindi il nome di gemt el-melha, «prezzo del sale», che spesso vien dato per disprezzo agli schiavi ed agli affrancati. Sui mercati del Marocco generalmente i negri vengono venduti all'asta come gli animali: il padrone presta garanzia per «i vizi redibitori» ed il compratore li fa esaminare da veterinarî; il prezzo varia da 20 a 500 lire, secondo l'età, la forza e la salute. Avviene talora che le ragazze della tribù sono costrette a recarsi nelle città per avere un tozzo di pane; ed i loro ospiti si affrettano a venderle come schiave per un prezzo in media ben superiore di quello delle negre(885).
Vivono nel Maghreb el-Aksa alcune migliaia di Europei, come stranieri liberi nei porti della costa, ed alcune centinaia di rinnegati spagnuoli e francesi, a Fez, a Meknes, a Marrakech ed in altre città dell'interno.
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