Sono questi i bastioni di Lix o Lixus, conosciuto ora dagli Arabi col nome di Scemmich. Giù dalla collina si scorgono nelle terre di alluvione d'una cala le traccie d'un porto dove potevano riparare alcune navi; nessuna però delle penisole ripiene di stagni poteva essere il «Giardino delle Esperidi», ricordato dagli autori antichi. Tissot(902) ne cerca il sito in un isolotto che ora è attaccato alla terraferma in causa d'un giro del letto del fiume, giacchè sembra che la forma dell'estuario sia interamente cambiata fin da duemila anni fa. Alcuni menhirs ed altri megaliti che si vedono ad est sulla strada da Tangeri a Ksar el-Kebir(903), sono forse ancora d'un tempo più remoto. In una tribù berbera dei dintorni di el-Araich si tiene ogni anno una fiera di donne. Le future spose sono senza velo e con la miglior acconciatura fatte sedere in fila, ed i pretendenti, come esigono le convenienze, devono far vista di contrattare solo gli abbigliamenti delle venditrici, che sono zitelle o vedove, a cui toccano le stoffe, ne esaminano il filo e la trama, ne studiano i colori, e se il vestito lor piace, trattano il prezzo. È però convenuto che la venduta porti ella stessa gli abiti in casa del compratore come sposa legittima: il prezzo convenuto delle vesti è la somma della sua dote(904).
La famosa città «Il Gran Castello», le cui derrate vengono spedite per el-Araich, è appunto come questa posta sulle rive del Lukkos, in una località stagnosa e spesso inondata. Vigne, oliveti, agrumeti circondano Ksar el-Kebir, e sulle vicine alture pascolano numerose mandre di buoi e di montoni.
| |
Lix Lixus Arabi Scemmich Esperidi Tangeri Ksar Gran Castello Lukkos Ksar
|