N. 135. – FEZ E SUOI DINTORNI.
     
     
      La regione dell'alto Sebu ha per mercato centrale la città di Taza, posta a 830 metri di altitudine, non lungi dal valico che separa le montagne del Rif ed il sistema dell'Atlante, mettendo in tal guisa in comunicazione il bacino del Sebu ed il Marocco occidentale col versante della Moluya e l'Algeria. Taza è fra tutte le città del Marocco quella che occupa il miglior posto strategico: in avvenire essa sarà una delle principali stazioni della grande strada ferrata del Maghreb, tra Tunisi e Fez. Codesta città, il cui possesso è tanto prezioso, appartiene ufficialmente al sultano, che vi mantiene una piccola guarnigione, e si può dire prigioniera, chiusa com'è nella doppia cinta di Taza: la vera padrona di tutta la contrada è la tribù dei Riata che abita le montagne a nord e a sud della città. Nessuno osa uscire dalle mura se non accompagnato da uno dei Riati, e colui che senza un salvacondotto vi si avventurasse, anche solo ad un tiro di sasso, sarebbe spogliato, maltrattato e forse ucciso. È pure vietato agli abitanti di recarsi ad attingere ai rivi che scorrono a piè delle mura, giacchè i Riata hanno il monopolio dell'acqua e di tutte le derrate di consumo: quei di Taza sono in potere della tribù che li tiene assediati. Nel 1883, quando il signor di Foucauld ebbe a passare per codesta città, tutti gli abitanti, stanchi dell'oppressione a cui erano sottoposti senza poter nulla aspettare dal Sultano, sospiravano il «giorno fortunato in cui vi fossero arrivati i Francesi». Ciò non ostante la città mantiene un certo commercio con la costa del Rif, con il borgo di Tafersit e Melilla, con Fez ed i villaggi della Moluya, per mezzo degli odiati Riata, i quali coltivano la canapa ed il tabacco, fornendo narcotici agli abitanti di Taza e delle altre città del Marocco settentrionale.